venerdì 24 giugno 2011

Parliamo delle "Bergamasche"

Gli ultimi commenti in assemblea, che però potrebbero anche non rappresentare tutta l’opinione pubblica cellese,mi sembrano chiaramente improntati a ritenere più idonea per Celle la realizzazione dell’opzione zero, così come definita nell’ultimo incontro pubblico.
Certo mi sembra quasi ingenuo che la società PdO dica che è indifferente per lei scegliere tra le due opzioni (Dott. Sacchi in assemblea, e Sig. Baldi Michele sul Secolo xix di sabato 18 giugno “ se poi, alla fine, l’amministrazione opterà per mantenere invariato il Puc, allora investiremo su strutture di tipo ricettivo”). Ma siccome le dichiarazioni sono pubbliche e inequivocabili, direi che il rischio che la zona rimanga nelle condizioni di degrado attuali, non esiste.
Questa è una prima considerazione.
L’investimento in strutture ricettive, così come descritte dal dr Sacchi, darà certamente più posti lavoro sul territorio che quello preconizzato da “costruzioni” (limitato nel tempo) e centro congressi. Aldilà dei dati un po’ “camuffati” forniti da Punta dell’Olmo.
Per cui non è imprescindibile costruire 250 appartamenti.
Cosa perderemmo? Il centro congressi (personalmente non ci credo assolutamente, ma vedo che sono ben affiancato da PdO che lo considera in perdita per i primi 5 anni, se non sbaglio).
Quaranta appartamenti convenzionati per la lotteria dei fortunati ( da evitare accuratamente)
Case popolari (dispiace certo….)
Il parco, ma molti si sono già espressi al riguardo e puntare ora su quello mi sembra veramente fuorviante ed ingannevole (e poi sono convinto che l’amministrazione potrebbe comunque, se lo vuole fortemente, ottenere concessioni a questo proposito). Lo stagno?!?
L’opzione zero non lascia scampo ne all’amministrazione ne ai privati, se non quella di contrattare cose minime, ma non per questo meno importanti (appunto parco, magari acquistandolo in cambio degli oneri)
Riceveremo in cambio la funzione prevista dal Puc, che non è assolutamente male
La opzione più invasiva (250 appartamenti), centro congressi da 900 posti (con 300 posti auto) ecc…, per la quale non mi scandalizzo, anche se mi fa molto paura, andrebbe ferocemente contrattata.
Mi pare che ormai, permeati dalla logica liberista imperante, si diano per scontate cose che non lo sono per niente. L’istituto sostentamento del clero (socio di maggioranza assoluta in PdO) è parificato ad una fondazione che non ha scopo di lucro. Ricordo che l’istituto riceve oltre 1 miliardo di euro dalle donazioni del nostro 8per mille, che lo stato italiano generosamente riconosce in percentuale anche di quelli che non esprimono esplicitamente la donazione. Poco più della metà dei denari serve a sostenere il clero, il resto viene adoperato non si sa come, perchè non esiste obbligo di bilancio,ma solo una rendicontazione. Ora che PdO dichiari che la logica che lo guida è la pura speculazione, avendo come socio di maggioranza assoluta la Chiesa (Conferenza Episcopale Italiana) mi pare esagerato. Che l’interesse pubblico o bene comune, non faccia parte della sua natura, mi pare una enormità.
E non dite che sono ingenuo. Qualcuno dovrà pur rimettere i puntini sulle “i”.
E allora, se vuoi speculare lo fai alle mie condizioni. E non alzi o abbassi il numero degli appartamenti, a seconda del numero di opere di interesse pubblico, con una logica puramente contabile.
L’amministrazione deve incidere sul margine di guadagno che dovrà essere inferiore, sia per ragioni di mercato, ma anche per ragioni etiche e dimostrabile con un piano finanziario.
Stiamo, a mio modo di vedere, affrontando un investimento ipotetico di oltre 100 milioni di euro (terreni compresi)in modo non propriamente adeguato.
Se dobbiamo affrontare la seconda opzione e presentarla al pubblico, in modo che possa veramente scegliere in modo non emotivo, dobbiamo suffragare le proposte con dati, oserei dire, scientifici. Sappiamo che ciò è impossibile, ma da questo a dati insufficienti o a proporre come unica opzione il centro congressi, ce ne passa.
Prima s’ha da fare uno studio serio di marketing per stabilire cosa potrebbe per i prossimi decenni servire a Celle, poi il percorso pubblico, sentendo il parere della cittadinanza, alla fine presa la decisione la trattativa serrata con i privati. Questo sempre si decidesse per la opzione seconda.
Io ho una idea da tempo che è quella della costruzione a Celle di Terme Marine. Il benessere rappresenta per i prossimi anni una delle industrie che ha più possibilità di sviluppo. Del resto la nostra attività principale “Il Turismo”, cosa è se non benessere. Le Terme marine permetterebbero di destagionalizzare, qualificare l’offerta di Celle come paese del benessere, fare convenzioni con le strutture turistico ricettive che potrebbero offrire non solo “sole e mare” (da sole sempre più in crisi).
Con un offerta più stabile di quella congressistica, mantenendo un target medio medioalto.
Ma offrendosi a tutti i target, anche a quelli del fine settimana o addirittura giornalieri
E per quanto riguarda la preoccupazione del Dr Morisi (ipotesi funesta di Chianciano) vorrei riportare alcune frasi del programma promozionale 2011, delle terme dell’Emilia Romagna:
“Si riconferma il cambiamento del concetto terme, sempre meno abbinato alle cure assistite e sempre più legato al concetto di star bene e vivere meglio; luoghi dove non si curano solo delle patologie, ma dove si può usufruire di un servizio che valorizza, in termini medici e di benessere, la salute dell’individuo.
Diventa sempre più determinante e strategico, per i nostri territori termali, sapersi identificare,non più come mete di soggiorno termale, ma come vere e proprie località turistiche, ove le terme e il benessere termale diventano il valore aggiunto ed elemento determinante di un’offerta di vacanza più complessiva. Prova ne è il fatto che la richiesta di benessere nel mondo del turismo in generale, continua a far segnare aumenti percentuali alquanto più elevati rispetto al nostro, privilegiando mete turistiche nazionali ed internazionali più innovative, con maggiore appeal e con prezzi più contenuti.”
Come vediamo il loro problema è il nostro al contrario.
Notate: “ove le terme e il benessere termale diventano il valore aggiunto ed elemento determinante di un’offerta di vacanza più complessiva.”
E forse questo consentirebbe con un piano finanziario rivisto, di sostenere l’investimento con meno case. Azienda pubblica, gestita da privati in convenzione.
Ma nessuno ha la verità in tasca, per quello auspico nella previsione di seguire il secondo percorso di avere studi che avvalorino le scelte. Non voglio pensare che tutto sia già deciso e credo al sindaco quando dice “non ci stancheremo di ripetere che finora, si è parlato di idee, iupotesi progettuali e come tali soggette ad ogni tipo di variazione anche drastica”.
Bene allora avanti nel dibattito pubblico, ma senza fretta, spero che le date finali non siano improcastinabili, per il bene comune.

NB si potrebbe organizzare con l’Università di Milano un incontro con il “centro ricerche talassoterapiche”, istituto che favorisce in ogni modo lo sviluppo di terme marine http://www.talasso.unimi.it

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